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Coltivazione indoor o outdoor: le principali differenze

Una delle cose migliori della coltivazione della cannabis è che puoi adattare l’hobby alle tue preferenze e alla tua situazione. Prima di decidere dove coltivare, è necessario considerare tutte le diverse variabili.

Ad esempio, outdoor le piante necessitano di un minimo di sei ore di luce solare diretta ogni giorno: se hai un giardino esposto a nord o uno spazio ombreggiato da alberi, potresti non soddisfare questo requisito fondamentale. Senza alcun dubbio, uno dei maggiori vantaggi della coltivazione outdoor è lo spazio adeguato che permette alle piante di cannabis di crescere. Con ampio spazio per diffondere le loro radici ed espandere le loro chiome, gli esemplari coltivati outdoor possono esprimere tutto il loro potenziale genetico. Le piante di cannabis outdoor trascorrono le loro giornate godendosi il sole. Proprio come le luci di coltivazione indoor, i raggi del sole colpiscono i cloroplasti all’interno delle foglie di cannabis, contribuendo ad eseguire la fotosintesi. Tuttavia, la luce emessa dal sole offre vantaggi distinti rispetto alle sorgenti artificiali. raggi del sole contengono due forme principali di radiazioni ultraviolette (UV): UVA e UVB. Il primo non rappresenta una minaccia per le piante, ma il secondo può infliggere danni al DNA. In risposta ad entrambe le forme di raggi UV, le piante producono strati protettivi di resina pieni di metaboliti secondari come i cannabinoidi e terpeni. Coltivare erba all’aperto, inoltre, può ridurre notevolmente i costi di partenza, soprattutto se si adotta un approccio minimalista. Bastano pochi prodotti che saranno assolutamente in grado di produrre raccolti sorprendenti. Coltivare all’aperto, purtroppo, comporta anche dei rischi. Una delle minacce di diversi tipi di coltivazioni sono i parassiti, che possono recare danni minori o addirittura causare il fallimento dell’intera coltivazione. Prima di coltivare outdoor, dovrai imparare a tenere bruchi, ragni rossi, mosche bianche e molte altre specie lontano dal tuo raccolto. Altro elemento da tenere in conto è un clima non idoneo o forte maltempo: i venti di burrasca possono spezzare rami e steli, mentre le piogge torrenziali possono causare marciumi radicali ed aumentare le possibilità di malattie durante la fase di fioritura.

La coltivazione indoor fornisce riparo, controllo e discrezione. Tuttavia, lo spazio limitato spesso impedisce alle piante di raggiungere il loro pieno potenziale. I coltivatori indoor decidono il ciclo di luce e il programma di irrigazione, quando vogliono coltivare e non devono mai preoccuparsi di venti forti o della pioggia battente. La capacità di controllare l’illuminazione significa che le piante possono ricevere la quantità ottimale per uno sviluppo robusto: non esistono giornate nuvolose in un grow box. I coltivatori indoor hanno anche il controllo su parametri importanti come temperatura ed umidità mantenendo valori ottimali nelle diverse fasi del ciclo di crescita, che significa una crescita più sana e in un minor rischio di malattie. Con una coltivazione indoor non si è mai fuori stagione! Tuttavia, anch’essa ha degli svantaggi, ed il principale è proprio il costo. L’attrezzatura costosa di cui avrai bisogno include luci di coltivazione di alta qualità, un grow box, ventilatori, filtri ai carboni e possibilmente un deumidificatore se vivi in un clima umido. Una volta che avrai tutto, dovrai anche pagare un po’ di più sulle bollette dell’elettricità e dell’acqua per sostenere il funzionamento. Sebbene le lampade per la coltivazione indoor fanno un ottimo lavoro nel crescere piante di cannabis sane e produttive, mancano di una componente chiave della luce solare: le radiazioni ultraviolette.

Ogni ambiente possiede vantaggi evidenti, ma tutto dipende dalle preferenze personali e da ciò che si adatta meglio alla propria situazione.

Questo articolo viene proposto nel sito esclusivamente per cultura generale agli appassionati dell’argomento, non intende in alcun modo incitare o promuovere atti illegali o in contrasto con le leggi del proprio paese. Seedsline si solleva da qualsiasi responsabilità derivante dall’uso improprio di tali informazioni. Inoltre il nostro sito si occupa della vendita di semi di Cannabis da collezione esclusivamente legali in Italia ed in Europa.

Come riconoscere la Cannabis Maschio, Femmina ed Ermafrodita

Quando si coltivano piante di cannabis, si possono ottenere maschi, femmine o ermafroditi, ovvero un ibrido tra i due sessi. Saper riconoscere le differenze è essenziale per il successo dell’intera piantagione.

La cannabis possiede delle virtù uniche nel regno vegetale, dai terpeni aromatici ai cannabinoidi psicoattivi. Ad ogni modo, l’originalità di questa pianta non dipende soltanto dai composti fitochimici che produce. Quasi tutte le specie vegetali sono monoiche, ovvero sono in possesso di organi riproduttivi maschili e femminili da parte della stessa pianta. A questa categoria appartengono anche piante commestibili, come mais e zucca, che possono fecondare i propri fiori utilizzando polline autoprodotto. La cannabis appartiene invece al gruppo delle piante dioiche, caratterizzate da esemplari maschi e femmine separati. È importante sottolineare che solo il 5-6% di tutte le angiosperme (piante fiorite) possiede questa peculiarità rara ed interessante.

Durante lo stadio di plantula e la fase vegetativa, gli esemplari di cannabis maschio e femmina appaiono identici. Tuttavia, all’inizio della fase di fioritura, le piante iniziano a rivelare il loro sesso. In questo lasso di tempo, le femmine producono cime vischiose e ricche di cannabinoidi. I maschi invece sviluppano sacche piene di polline. Gli esemplari femmina rappresentano l’obiettivo principale di ogni coltivatore di cannabis che intenda raccogliere una scorta personale di cime. In base al patrimonio genetico, le piante femmina possono assumere strutture molto diverse. Nonostante le loro differenze, tutte le piante femmina condividono una cosa in comune: producono fiori femminili. Su tali fiori, chiamati comunemente cime, emergono i tricomi, piccole ghiandole che producono cannabinoidi come THC e CBD.

Le piante maschio, invece, non producono fiori femminili, ed è per questo motivo che risultano meno interessanti per chi desidera raccogliere solamente cime. Tuttavia, i maschi sono dotati di sacche polliniche, ovvero piccoli contenitori che sviluppano il materiale genetico necessario per fecondare i fiori femminili e produrre semi. Le piante maschio sono quindi molto importanti per le operazioni di breeding indirizzate alla creazione di nuovi ceppi di cannabis. Le sacche polliniche maschili ed i fiori femminili sono situati nelle stesse zone della pianta ed emergono dai nodi, ovvero i punti in cui i rami si intersecano con lo stelo principale. Quando le cime iniziano a formarsi su alcune piante, è essenziale controllare anche l’eventuale presenza di sacche polliniche.

Tuttavia, anche la cannabis non sempre rispetta le regole prestabilite. Talvolta, questa pianta dioica va controcorrente e sviluppa organi riproduttivi sia maschili che femminili. Tali esemplari vengono definiti ermafroditi. Questo fenomeno insolito può essere provocato da fattori genetici o ambientali. Le piante che possiedono sia fiori che sacche polliniche saranno in grado di auto-impollinarsi e riprodursi autonomamente. Ovviamente, chi desidera raccogliere cime pregiate e di buona qualità cercherà di evitare tale situazione.

Prima di entrare in fase di fioritura, le piante di cannabis iniziano a rivelare il loro sesso sotto forma di prefiori, il primo stadio di sviluppo delle cime e delle sacche polliniche visibile all’altezza dei nodi. Tuttavia, ci vuole del tempo (fino a 6 settimane) prima che i prefiori mostrino evidenti caratteristiche maschili e femminili. Fortunatamente, i prefiori maschili mostrano caratteristiche chiave prima delle loro controparti femminili. Ciò consente ai coltivatori attenti di rimuovere le piante maschio dallo spazio di coltivazione molto prima che le piante femmina inizino a fiorire. In genere, i maschi rivelano il loro sesso due settimane prima delle piante femmina. La capacità di determinare tempestivamente il sesso di un esemplare è essenziale per un coltivatore di cannabis. Riuscendo ad individuare il prima possibile il sesso di una pianta, si potrà evitare una impollinazione accidentale.

L’obiettivo è trovare i maschi e rimuoverli immediatamente dalla grow room o dal giardino. Il sesso di una pianta inizia a diventare evidente già all’inizio della fioritura, ma il tempo è un fattore cruciale. Se riuscirete a localizzare e rimuovere rapidamente gli esemplari maschio, ridurrete il rischio di impollinazione tra piante.

Questo articolo viene proposto nel sito esclusivamente per cultura generale agli appassionati dell’argomento, non intende in alcun modo incitare o promuovere atti illegali o in contrasto con le leggi del proprio paese. Seedsline si solleva da qualsiasi responsabilità derivante dall’uso improprio di tali informazioni. Inoltre il nostro sito si occupa della vendita di semi di Cannabis da collezione esclusivamente legali in Italia ed in Europa.